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IL SISTEMA AGRICOLO DELLA SARDEGNA
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Materiale informativo per la lotta alle cavallette

Cavalletta, locusta, @Alexandre Latchininsky
Video
- Consulta la Playlist YouTube Lotta alle cavallette in Sardegna

Documenti
- Azioni di lotta 2024 - locandina [file .pdf]
- Riconoscimento, monitoraggio, difesa - Pieghevole [file .pdf]
- Slide a cura di Alexandre Latchininsky Locust Management Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) [file .pdf]

Dai primi studi ad oggi
Le prime segnalazioni della presenza in Sardegna della cavalletta mediterranea, o «Grillastro Crociato» (Dociostaurus maroccanus), risalgono agli anni trenta del secolo scorso, documentate da Melis e Jannone (G. Grandi, Introduzione allo studio della Entomologia, 1951). Già negli anni 40 del XX secolo si verificano le prime pullulazioni che si configurano come vera e propria piaga. In tempi più recenti, già nel 2019, viene segnalato un preoccupante aumento della popolazione nell’areale della Piana di Ottana.

L’infestazione diventa emergenza nel 2020, quando l’Agenzia Laore Sardegna viene coinvolta nei primi monitoraggi in campo. Nel 2021 e nel 2022 inizia a prendere forma il Piano Regionale Antiacridico della Sardegna che si concretizza definitivamente nel 2023 grazie al supporto fondamentale da parte della FAO (Dott. Alexander Latchininsky), dell’ARPA Sardegna, delle Amministrazioni comunali, dell’Agenzia Forestas e di altri protagonisti.

Ciclo biologico
Questo insetto, appartenente all’Ordine degli Ortotteri, Famiglia Acrididae, Sottofamiglia Acridinae, è diffuso in tutta l’Europa meridionale, Nord Africa, Asia Minore, Mesopotamia e Persia (G. Grandi, l.c.).
In Italia, secondo il Grandi, il ciclo inizia con le uova ibernanti, deposte nel terreno alcuni mesi prima, da cui sgusciano le neanidi in primavera. Lo schiudimento non è simultaneo, nemmeno rispetto allo stesso focolaio di ovideposizione. Le neanidi, nascendo in numero enorme, formano molti gruppi e poi molte orde. Per raggiungere lo stadio di adulto, le neanidi subiscono 5 mute (esclusa quella embrionale), passando attraverso 3 stadi di neanide e 2 stadi di ninfa, impiegando circa 45-50 giorni (G. Grandi, l.c.).

Sciami e orde si spostano solitamente tra le 9:00 AM e le 3:00 PM. Gli adulti compaiono a partire dalla seconda metà di maggio: i maschi sfarfallano prima delle femmine; gli uni e le altre vivono circa 2 mesi, durante i quali ritornano ai luoghi di origine, si accoppiano e procedono all’ovideposizione. Le femmine depongono in media 3-4 «ooteche», (dette volgarmente «cannelli»), di forma subcilindrica, lunghe da 14 a 25 mm, sotto la superficie del terreno. Ciascuna ooteca può contenere un numero di uova variabile da 16 a 37; queste ooteche restano nel terreno per tutta la stagione autunno-vernina. Dalle uova ibernanti sgusciano le neanidi in primavera: la schiusa, in Sardegna, non è simultanea, e può protrarsi per oltre un mese. In generale, il comportamento del Dociostaurus maroccanus è strettamente legato alle condizioni ambientali che, in determinate circostanze, danno luogo ad una moltiplicazione eccezionale.

Fra i nemici naturali della cavalletta attualmente conosciuti in Italia troviamo alcuni batteri, diversi funghi entomopatogeni, molti uccelli e, soprattutto, l’insetto Coleottero Mylabris variabilis, predatore delle uova di Dociostaurus. L’azione di questi organismi è quasi sempre insufficiente a far regredire l’infestazione (G. Grandi, l.c.), pertanto è necessaria la lotta artificiale. In passato venivano utilizzati prodotti fitosanitari certamente efficaci, a base di sostanze (arsenito di sodio, esaclorocicloesano, etc.) che da molto tempo non si trovano più in commercio (Consulta la sezione Lotta in campo