I giorni 27 e 28 giugno 2015, a Urzulei, si svolgono due giornate di studio dedicate al "
Ruolo della Vitis Sylvestris nello sviluppo della viticoltura sarda".
Quello fra la vite selvatica e i sardi, infatti, è un rapporto che si perde nella notte dei tempi, causa collocazione geografica e condizioni eco-pedologiche estremamente diversificate della Sardegna, ottimali per la crescita della vite, sia selvatica che coltivata.
In diversi Paesi, i ricercatori stanno cercando di stimare le relazioni di parentela tra la vite selvatica e le cultivar locali. Sebbene nella maggior parte delle aree considerate non vi siano legami di stretta parentela tra le due sottospecie, in alcune località, tra cui la Sardegna, sono stati evidenziati tratti genetici condivisi (alleli microsatelliti) tra la vite selvatica ed alcune cultivar locali (il Muristellu). Questi dati suggeriscono un legame di parentela tra le due sottospecie e supportano l’ipotesi di un centro secondario di domesticazione nell'isola. L’uso della vite selvatica da parte dei Sardi viene fra l'altro confermato da diverse testimonianze storiche e documentali (Carta de Logu, Bacci, Angius).
Il programma dell'iniziativa prevede un incontro per sabato 27 giugno 2015, alle ore 9.30, presso la sala conferenze dell'hotel Silana, SS 125 orientale sarda, km 183, mentre domenica 28 si prevede un'escursione in località Bacu Bidalesti, dove è stato individuato un ceppo di vite selvatica millenaria.
Programma [file .pdf]18.06.2015