CAGLIARI, 10 FEBBRAIO 2012 - "Oggi mi privo della mia ‘casacca politica’ per assumere esclusivamente il ruolo che mi ha dato il presidente Cappellacci in tutte le sedi istituzionali, mi faccio promotore delle vostre istanze presso la Ue e il Consiglio regionale. Mi assumo anche la responsabilità di condividere la vostra richiesta di costituzione di un’unità di crisi e attiverò ogni strumento per farlo in tempi brevi’. Così si è espresso l'assessore dell'Agricoltura, Oscar Cherchi, durante un incontro a Cagliari, organizzato dalle cooperative del settore pesca della Sardegna.
Al centro del dibattito i problemi, alcuni annosi, in cui versa il comparto. Sono stati affrontati i temi cruciali per il settore, che accusa flessioni consistenti sia nella quantità del pescato sia nella redditività della professione con ripercussioni consistenti sull’occupazione, anch’essa in forte calo. "Un'assemblea importante e partecipata, ho ascoltato con interesse e preoccupazione - ha commentato l’assessore Cherchi - i problemi delle imprese del settore. Eravamo già impegnati alla ricerca delle soluzioni più opportune per far fronte al precario stato di salute della pesca in Sardegna, che è allo stremo delle forze, ma la crisi ha accentuato ancora la gravità della situazione. Fra i tanti problemi evidenziati dallo stallo dell’economia, aumento del costo del carburante e dei costi principali legati all’attività, si aggiungono i lacci dell’Unione europea, che impone vincoli troppo generici che forse possono essere sopportati da altre realtà in grado di compensare i maggiori costi con una capacità di pescato maggiore, ma che qui in Italia, e soprattutto in Sardegna, diventano insopportabili”. Fra i temi più discussi dagli operatori del settore in assemblea, la ridotta disponibilità di aree destinate alla pesca a causa delle zone militari e di protezione nelle quali la pesca è interdetta e i danni alle attrezzature e al pescato procurati dai delfini e dai cormorani. “Delfini e cormorani attaccano dal cielo e dal mare – ha commentato Cherchi - la burocrazia fa il resto da terra, costringendo le imprese alla compilazione di moduli complessi e ad attese estenuanti di contributi comunitari per compensazione dei danni. È quindi necessario che l’Unione europea’ accolga le nostre istanze".
13.02.2012