Nella giornata di giovedì 26 settembre alla Promocamera di Sassari si è svolto il seminario intermedio sul progetto CLUSTER TOP DOWN VAGEMAS, riguardante la valorizzazione del germoplasma sardo di mandorlo per la produzione di dolci tipici della Sardegna, portato avanti da Agris Sardegna e Porto Conte Ricerche.
Il progetto, che ha avuto inizio a febbraio 2018, avrà la durata di 30 mesi, e le attività vengono svolte nei campi sperimentali e nei laboratori di Agris, nei laboratori di Porto Conte Ricerche e presso le aziende agricole e le industrie dolciarie coinvolte nel cluster.
Gli obiettivi che il progetto si propone è quello di agire su due aspetti della filiera: quello della valorizzazione della mandorlicoltura in Sardegna e quello del prodotto finito dolce, attraverso l’ottenimento di risultati direttamente trasferibili alle industrie locali sulla realizzazione e caratterizzazione di dolci tipici a base di pasta di mandorle ottenuti da prodotto locale. I dolci tipici prodotti a partire dalle varietà sarde Arrubia e Cossu sono stati messi a confronto con quelli ottenuti a partire da mandorle della varietà Tuono (pugliese) e Texas (californiana).
Al progetto aderiscono 15 imprese: 8 mandorlicoltori 1 vivaista e 6 produttori di dolci tipici.
Alla relazione del Responsabile Scientifico Daniela Satta di Agris hanno fatto seguito le relazioni tecniche riportanti i risultati dei primi 15 mesi di attività di Luciano De Pau e Riccardo Di Salvo di Agris e di Tonina Roggio e Marco Campus di Sardegna Ricerche.
In base ai risultati esposti, le varietà sarde Arrubia e Cossu presentano un più elevato contenuto in proteine e amigdalina rispetto alla varietà Tuono (pugliese) e alla Texas (Californiana). Quelle che hanno registrato le performance migliori, degli amaretti fino a 7 giorni di conservazione (shelf life), sono la Arrubia e la Texas, che registrano i punteggi di accettabilità più elevati nelle prime fasi della shelf life, mentre nella parte centrale della shelf life sono leggermente preferite la «Texas» e la «Tuono».
E’ sottolineato che le varietà sarde hanno delle produzioni in campo decisamente inferiori rispetto a quelle nazionali ed internazionali, ma presentano delle caratteristiche qualitative interessanti, tanto da pensare di coltivarle in affiancamento ad esse, al fine di realizzare produzioni tipiche, oppure snack con maggiore valore energetico.
Durante l’intera mattinata si è registrata una importante partecipazione di pubblico, composto da tecnici del settore, rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole, studenti e docenti dell’istituto Agrario e soprattutto da imprese del settore. Alcune di queste hanno anche partecipato al dibattito portando le loro esperienze e soprattutto le loro esigenze di innovazione e supporto, sia per quanto riguarda gli aspetti direttamente legati alla coltivazione e sia, da parte delle imprese dolciarie, legate alla trasformazione delle mandorle.
All’incontro hanno preso parte soprattutto giovani imprenditori che con entusiasmo hanno manifestato l’interesse ad intraprendere la coltivazione di questa specie che già negli ultimi anni sta registrando una significativa ripresa. A testimonianza del nutrito interesse per la giornata tre nuove imprese hanno fatto richiesta di entrare a far parte del Cluster, perché, così come è stato illustrato da Graziana Frogheri, di Sardegna Ricerche, si tratta di progetti a “porta aperta”, dove in qualsiasi momento ogni impresa del settore operante in Sardegna può entrare a farne parte.
Documenti correlatiPresentazione Daniela Satta - Agris Sardegna -Presentazione Luciano De Pau - Agris Sardegna -Presentazione Riccardo Di Salvo - Agris Sardegna -Presentazione Tonina Roggio, Marco Campus - Porto Conte Ricerche -02.10.2019