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IL SISTEMA AGRICOLO DELLA SARDEGNA
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Nuova Pac, assessore Prato al Forum nazionale: "Basta fondi solo a Regioni iperproduttive, un allevatore padano non vale quanto cinque sardi o toscani"

ROMA, 22 FEBBRAIO 2011 - "Nell’anno del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia non è più accettabile la disparità di trattamento tra Regioni anche sul fronte della distribuzione interna delle risorse finanziarie in agricoltura. La nuova Politica agricola comune (Pac) 2014-2020 dovrà tenere conto di ciò che l’agricoltura rappresenta come bene pubblico, come tutela dell’ambiente e non più o solo sul fronte della produttività o degli occupati. Gli agricoltori e i pastori, come quelli sardi o i toscani, siciliani o gli alto-atesini che operano in zone svantaggiate, esercitano un ruolo che è anche sociale e questo non può essere più ignorato né questi produttori possono più essere considerati di serie B. La Sardegna intende guidare i molti altri territori che finalmente, con la proposta sulla Pac in discussione, assegna loro una nuova dignità agricola. La nostra è un posizione che in sede di trattativa dovrà essere discussa, perché in Italia non può esserci un pensiero unico sulla Pac".

Lo ha sottolineato l’assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna, Andrea Prato, intervenendo oggi a Roma al Forum nazionale sulla nuova Pac 2014-2020. D’accordo con quanto esposto dall’assessore sardo anche i rappresentanti di Uncem (Unione comunità montane), Upi (Unione province italiane) e Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e tra l’altro in linea con quanto auspicato recentemente dal papa Benedetto XVI per una dimensione sociale dell’agricoltura.

L’assessore ha illustrato durante l’iniziativa la proposta lanciata ieri a Ozieri (Sassari) sulla creazione di un coordinamento tra quelle realtà territoriali (non solo italiane) che come la Sardegna, dopo 40 anni, vedrebbero premiate altri aspetti dell’agricoltura finora trascurati: Trentino Alto Adige, Abruzzo, Toscana, Basilicata, Sicilia, ma anche Corsica, aree del Massiccio centrale francese, Austria, Grecia, Spagna, Pirenei, i Carpazi.

"È vero che la battaglia a difesa del budget agricolo italiano è necessaria, perché il nostro Paese è un contributore netto al bilancio dell’Unione europea e non può perdere altre risorse. Da questo punto di vista il documento del Governo è condivisibile. Ma è altrettanto vero che il riallineamento interno degli aiuti e dei pagamenti diretti secondo logiche non più solo produttive-intensive è un obiettivo imprescindibile. La media in Lombardia è di 571 euro/ettaro, mentre in Sardegna è di 161 euro/ettaro. È un gap che deve essere riequilibrato perchè agricoltura non vuol dire solo colture intensive e industriali, ma anche e soprattutto salvaguardia del territorio, miglioramento dell’aria che respiriamo, produzioni di qualità: è la giusta visione che condividiamo e intendiamo portare avanti", ha concluso Prato.


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22.02.2011