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IL SISTEMA AGRICOLO DELLA SARDEGNA
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Apicoltura, vertice in regione per piano di rilancio

CAGLIARI, 3 FEBBRAIO 2011 - Rilanciare la filiera apistica in Sardegna perché dalla sopravvivenza delle api dipende anche quella dell’ambiente e dell’agricoltura dell’Isola. È con questo obiettivo che questa mattina a Cagliari si è tenuto un incontro convocato dall’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato con alcuni imprenditori del settore, i rappresentanti della Organizzazione produttori Terrantiga, dell’assessorato della Programmazione e funzionari delle agenzie Laore e Argea.

All’assessore gli operatori, soddisfatti per la nuova attenzione da parte della Regione, hanno avanzato una serie di richieste e proposte, interamente condivise da Prato. Entro la primavera, ha annunciato l’assessore, sarà definito il fabbisogno in termini di sostegni a valere sul Programma di sviluppo rurale, di accesso al credito, di ricerca e supporto sui mercati nazionali e internazionali. “Questa – ha spiegato Prato - è una filiera fondamentale per lo sviluppo dell’intera agricoltura e per la tutela del nostro ambiente: se scompaiono le api, primo anello della catena ecologica, non c’è futuro per l’ecosistema della Sardegna. Per il comparto apistico intendiamo lavorare con la stessa determinazione e seguire lo stesso iter riservati ai settori lattiero-caseario e a quello ortofrutticolo, arrivando a un approccio di filiera e facendo fronte unitario per aggregare l’offerta”.

L’intento è stendere insieme agli operatori un piano di rilancio che preveda tra l’altro azioni volte all’innovazione del settore e alla diversificazione produttiva che possano essere la condizione per l’integrazione del reddito degli apicoltori sardi. “Anche in questo comparto, che nell’Isola conta 450 aziende professionali e circa 2mila hobbisti e produce fra i 22 e i 25mila quintali di miele all’anno con una Produzione lorda vendibile di circa 3 milioni di euro, è necessaria una svolta – ha aggiunto l’assessore - nell’ottica di una valorizzazione delle nostre produzioni. Dobbiamo invertire il dato che vede un’importazione di miele non sardo pari al 60 per cento, e nonostante la qualità del prodotto sardo”. È stato citato l’esempio della Francia, i cui apicoltori negli ultimi anni hanno investito molto nella diversificazione di prodotto per rilanciare la filiera, ad esempio creando linee dedicate all’omeopatia e agli integratori proteici naturali (polline congelato).

A breve sarà convocato un nuovo incontro per affrontare in modo ancora più analitico le tematiche del comparto.


03.02.2011