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Corallo, la pesca parte puntuale. Regione Sardegna modello per normativa e gestione della risorsa

SASSARI, 3 MAGGIO 2010 - Quest’anno parte puntuale la pesca del corallo in Sardegna. Da sabato 1 maggio e fino al 15 ottobre è autorizzata la raccolta di una delle risorse più caratteristiche dei mari dell’Isola. Un tempismo che va a vantaggio degli operatori sardi che non devono fare più i conti con un calendario di prelievo “ballerino” e che non consentiva ai corallari di programmare la stagione.

La notizia è stata data questa mattina a Sassari dall’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato e dal dirigente del servizio Pesca Roberto Doneddu. Per il 2010 le domande ammissibili, a seguito della graduatoria stilata lo scorso 27 aprile, sono state 25 su 29 ricevute (e su un massimo di 30 previste dalla delibera della Giunta regionale).

L’avvio della pesca è stata anche l’occasione per dare altre informazioni sullo stato di salute della risorsa nell’Isola. «Intanto, appena qualche settimana fa – ha spiegato l’assessore Prato - abbiamo sventato il pericolo che anche il corallo venisse incluso nelle specie a rischio di estinzione. Al meeting di Doha negli Emirati arabi, è stata respinta per insufficienza di dati scientifici, e il buono stato del corallo in Sardegna è servito come prova, la proposta degli Stati Uniti che volevano l'inserimento anche del corallo rosso nella lista nera del CITES, la Convenzione internazionale per le specie a rischio. Per il nostro comparto sarebbe stato un danno incalcolabile, anche perché noi siamo per una tutela intelligente e non radicale soprattutto quando la scienza sostiene che il prelievo è possibile senza intaccarne la sopravvivenza». L’assessore ha poi ricordato come recentemente anche la Fao delle Nazioni Unite abbia riconosciuto i pregi e la specificità della normativa della Regione Sardegna in materia. Una regolamentazione e una gestione della risorsa prese a modello da parte di altri Paesi del Mediterraneo ma non solo.

Prato ha inoltre parlato del programma di ripopolamento, attualmente allo studio sotto la direzione scientifica del Dipartimento di Biologia marina dell’Università di Cagliari, che prevede interventi di ricerca applicata e tesi alla valorizzazione produttiva del corallo. Il piano avrà durata di 36 mesi e sarà realizzato in due aree della Sardegna nord e centro-occidentale.
Infine, sulle nuove tecniche e strumentazioni proposte dagli operatori (tra cui mini robot e bracci meccanici), l’assessore ha precisato che sono in corso delle verifiche per accertare il loro utilizzo nei fondali marini: “Fermo restando che in linea di principio non siamo contrari all’innovazione - ha premesso Prato - non vogliamo che tecniche invasive possano danneggiare irrimediabilmente i banchi di corallo. Il servizio Pesca, in collaborazione con Agris, valuterà l'ipotesi di revisione dell’attuale normativa nel rispetto degli equilibri che l'attuale gestione ha finora dimostrato, come ormai riconosciuto nel panorama internazionale”.

Informazioni sulla pesca del corallo
- Nella stagione 2009 in Sardegna sono stati pescati circa 2.000 kg di corallo.
- Il titolare dell’autorizzazione regionale può pescare giornalmente una quantità di corallo non superiore a 2,5 kg, la cui taglia minima deve avere il diametro basale di 10 mm, con una tolleranza massima del 20% (diametro ricompreso tra 8 e 10 mm.) nel raccolto giornaliero.
- La pesca può essere esercitata in tutte le acque territoriali della Sardegna a profondità non inferiori a 80 metri.
- Ciascuna imbarcazione di appoggio può essere utilizzata al massimo da due corallari, compreso il corallaro imbarcato per ragioni di sicurezza.


03.05.2010