"Una decisione grave - ha commentato l'assessore dell'Agricoltura -, presa d’intesa con il presidente Cappellacci, ma in questo momento non c'è altra scelta: anche perché è passato un mese e le risposte per i nostri pastori tardano troppo. La piattaforma di rivendicazioni tra le Regioni e il ministero procede a passo di lumaca mentre la casa della pastorizia ovi-caprina crolla a colpi di contributi dati al latte vaccino e negati alle 70 mila imprese italiane che allevano pecore e capre".ROMA, 29 SETTEMBRE 2010 - "Per la pastorizia sarda quello di oggi al ministero delle Politiche agricole è stato l’ennesimo incontro interlocutorio: parole molte, promesse poche, atti concreti nessuno. Ecco perché la Regione Sardegna esce dal tavolo e dalla task force istituita dal ministero. Una decisione grave, presa d’intesa con il presidente Cappellacci, ma in questo momento non c’è altra scelta: anche perché è passato un mese e le risposte per i nostri pastori tardano troppo. La piattaforma di rivendicazioni tra le Regioni e il ministero procede a passo di lumaca mentre la casa della pastorizia ovi-caprina crolla a colpi di contributi dati al latte vaccino e negati alle 70 mila imprese italiane che allevano pecore e capre".
È il commento dell'assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, al termine del vertice odierno a Roma.
"Dal 2005, grazie all'Ocm latte (organizzazione comune di mercato), e dal 2009 per la vergognosa spartizione dei fondi dell’articolo 68 del Regolamento 73/2009 (che ha premiato le multinazionali del tabacco e delle macellazioni, oltreché i 3000 ingrassatori di vitelli francesi) – continua l’assessore - il latte ovi-caprino ha subito torti tali da rischiare, allo stato delle cose, di sparire dal mercato. Detto questo, se dal ministero non arrivano ancora risposte perché fa figli (il settore vaccino) e figliastri (quello ovi-caprino), a oggi le uniche note positive giungono dalla Giunta Cappellacci, che sta attuando una strategia condivisa dal mondo agricolo e dai trasformatori aderenti al Consorzio di tutela del Pecorino romano. Strategia che comprende numerose azioni che hanno l’obiettivo di governare il latte e di modernizzare finalmente un comparto, oggi ancorato a un modello anacronistico".
L’assessore ricorda misure e relative risorse di competenza della Regione (dal bilancio 2010) contenute nella piattaforma: 5 milioni di euro nel disegno di legge (ddl) all’esame del Consiglio regionale per l'aggregazione dei produttori di latte e dei trasformatori, con l’obiettivo di superare la monocultura del Pecorino romano (che oggi assorbe fino all’80 per cento del latte ovino prodotto); interventi per favorire l’accesso al credito del mondo agricolo: ricapitalizzazione di aziende sottocapitalizzate (delibera di Giunta), finanziamenti ai Consorzi fidi in agricoltura (delibera già approvata), istituzione del Fondo di garanzia per favorire l’accesso al credito ai trasformatori (238 milioni Sfirs, già operativo); 10 milioni nel ddl agricoltura per la gestione delle scorte e per la razionalizzazione dei caseifici in difficoltà; 2,5 milioni per l’acquisto dei 250 latto-prelevatori e avviare il progetto del latte a qualità (già stanziati e nelle disponibilità di Laore); risorse per finanziarie i macelli mobili e centri di raccolta (prossima delibera di giunta); istituzione del progetto sperimentale, assieme alle agenzie Laore e Agris per facilitare il riconoscimento e la valorizzazione dell’Agnello di Sardegna Igp; risorse per l’innovazione e la ricerca con l’obiettivo di creare nuovi formaggi più vicini ai gusti dei consumatori e alle richieste del mercato; risorse per destagionalizzare una parte rilevante di latte ovino e avere latte fresco tutto l’anno (prossimo decreto assessoriale); facilitazione per l’accesso alle energie rinnovabili in agricoltura.
"In attesa di risposte concrete del ministero - conclude l’assessore Prato - auspico che il Consiglio regionale, all’indomani di un ordine del giorno già approvato, possa reperire le risorse per l’attuazione del contributo "de minimis" a favore della nostra pastorizia, magari spostandole da settori che oggi non vivono una crisi acuta come quella agricola".
Ultimo aggiornamento: 29.09.10© 2024 Regione Autonoma della Sardegna